DELLA DEPORTAZIONE DI GIUSEPPE RONCO





Il volume a cura di Massimo Balbi " Mombello Monferrato - Storia di un paese e dei suoi figli " (luglio 2011) ospita tra le sue pagine la testimonianza, a firma "la figlia", inerente la deportazione subita da Giuseppe Ronco (1912-1993) durante il secondo conflitto mondiale. In tale monografia, Maria Rita Ronco definisce il padre Giuseppe " deportato politico in Germania, scampato ad Auschwitz ".

Ora, il fatto che Giuseppe Ronco avesse avuto o meno lo status di " politico ", o se fosse stato internato ad Auschwitz piuttosto che a Dachau o Mauthausen, poco cambia della sua terribile esperienza. Ed in tal senso altrettanto poco importa se " la prima cosa che lo colpì fu l'odore acre del fumo che usciva dai forni crematori " o se " i primi soccorsi nel campo della morte arrivarono dai sovietici ". Posso ben comprendere come gli stereotipi, che tutti fortunatamente abbiamo ben presenti, abbiano potuto trascinare la penna dell'incauta testimone, e certo avrei lasciato cadere ogni obiezione, pur sacrosanta alla luce della verità dei fatti; se non che da una successiva intervista, insieme con il rafforzamento dell'idea di una connotazione politica della deportazione di Giuseppe Ronco, emerge un'ipotesi tanto assurda quanto fuorviante.

In data 14 luglio 2011, nell'ambito della rubrica " Viaggi d'Autore " a cura di L. Angelino e D. Roggero, il bisettimanale " Il Monferrato " pubblica un articolo, intitolato " Mombello. Parlano reduci e partigiani. " nel quale si afferma testualmente:" [...] si può anche pensare a una punizione come si direbbe oggi "trasversale", Giuseppe era infatti il fratello di Rinaldo capo-partigiano nella zona col nome di Orlando Orlandi."

Non potendo lasciar addossare impunemente al comandante Orlandi, ancorchè minima ed indiretta, una parte di "responsabilità" nella deportazione del fratello, mi corre l'obbligo di precisare pubblicamente informazioni dettagliate circa la vicenda in questione, per il tramite di una "lettera al Direttore" che viene pubblicata su " Il Monferrato " in data 6 gennaio 2012, e che riporto integralmente qui di seguito:



Egregio Signor Direttore,

mi sono imbattuto casualmente, giorni fa, in una pagina web de "Il Monferrato.it" in cui è riprodotto l'articolo: "Viaggio a Mombello, parlano reduci e partigiani", datato 14/07/2011.
Vi si prospetta l'ipotesi di una "punizione trasversale" a monte dell' internamento di Giuseppe Ronco — definito, nell'opera cui l'articolo fa riferimento, deportato politico nel campo di sterminio di Auschwitz — in quanto fratello del capo partigiano Rinaldo (Capitano Orlandi).
In realtà tale ipotesi, oltre che avventata, è del tutto priva di fondamento.
Infatti Giuseppe Ronco, militare appartenente al Genio zappatori, a seguito dei noti accadimenti, nella seconda metà di settembre 1943 venne inviato dalla zona di confine greco-albanese allo Stalag XI B di Fallingbostel e successivamente al campo di lavoro di Dora-Mittelbau come internato militare italiano (IMI); da qui poi venne trasferito poco prima della liberazione nel campo di lavoro di Bergen-Belsen.
Queste notizie sono verificabili presso l'Archivio Istoreto (Istituto Storico della Resistenza di Torino) dove è conservata la diretta testimonianza di Giuseppe Ronco in forma di intervista, audio e cartacea (rif: IT C00 BP386).
Al di là della considerazione che è altamente improbabile che i tedeschi in Albania si interessassero di quanto potesse accadere a Mombello Monferrato, Rinaldo Ronco costituì la sua banda Fox (poi Distaccamento ed infine Brigata Piacibello) soltanto nel periodo febbraio-aprile 1944, essendo pertanto perfettamente sconosciuto in precedenza non solo ai tedeschi di Albania, ma anche a quelli di Casale.
Dunque la deportazione di Giuseppe Ronco non ebbe nessuna connotazione politica e soprattutto nulla ebbe a che fare con l' attività partigiana del fratello Rinaldo.

Ermanno Ronco - Mombello


Qui invece aggiungo che a Fallingbostel ed a Dora-Mittelbau non esistevano forni crematori, e che il campo di Bergen-Belsen (anche quello campo di lavoro e non di sterminio) fu liberato dalle forze inglesi.
Inoltre, quasi tutti sanno che Auschwitz si trova in Polonia.